Il cielo sopra Cagliari
È il luogo dei contrasti, delle ipotesi di sviluppo industriale e del successivo abbandono.
La laguna che guarda la città e accoglie varie specie animali, non sembra accogliere gli uomini. È il rifugio di chi non può permettersi una vita in città e prova ad arrangiarsi come può, vivendo di espedienti o di lavori precari. Di chi non vuole rinunciare alla bellezza delle opere d’arte e quindi si circonda di riproduzioni, di infima qualità, di statue di angeli, di cristi e della Pietà di Michelangelo, solo per fare qualche esempio. La prima cosa che avverti, appena sceso dall’auto dopo aver attraversato il vecchio ponte di ferro che sovrasta il canale, è il silenzio. Ti trovi a poche centinaia di metri dalla strada a quattro corsie dove il traffico di auto e camion è incessante, eppure non senti più nulla, solo silenzio. «Gli faccia una foto, anzi la faccia a me». «Vuole una foto? Gliela faccio volentieri». «Se va in Questura di foto mie ne trova quante ne vuole». Sorrido e accompagno i due amici verso quelle che dovrebbero essere le loro case. Un ammasso improbabile di vari materiali. Un contatore per l’energia elettrica e un numero civico stanno a indicare che quel rifugio esiste per davvero. «Ecco, posso fargliela qua la foto». «Si mi faccia la foto che mi serve per la tomba. Voglio morire, non ho più voglia di vivere». Il più magro dei due compagni di passeggiata comincia a raccontarmi la sua storia: «Ho un tumore. Fra qualche giorno ho la visita in ospedale. Ho deciso firmo. Anche se mi dicono che ho il 90 per cento di probabilità di restarci secco durante l'intervento. Mi dovranno operare il tumore. Sono diabetico da trent’anni e ho un tumore ai polmoni. Non voglio più vivere, non ho più nessuno. I miei figli sono andati via tutti, mia moglie è morta qualche giorno dopo che anche mia madre mi ha lasciato. Anche una delle mie figlie è morta. Soffro troppo di solitudine». Chiunque rimarrebbe ammutolito sentendo queste parole. E invece, non so come, con grande sforzo provo a rassicurarlo e gli dico che l’intervento andrà sicuramente bene. Cercando informazioni in rete su Santa Gilla si trovano tanti dati su flora e fauna; una delle aeree umide più importanti d’Europa per estensione e biodiversità.
Ecco un esempio: «La laguna di Santa Gilla è situata nella costa meridionale dell'isola, tra i comuni di Cagliari, Elmas, Assemini e Capoterra, e si estende su una superficie di 15.000 ettari, sino alla foce del Flumini mannu e del Rio Cixerri. L'importanza di quest'area non è solamente storica, legata all’area in cui sorgeva l’antica roccaforte giudicale di Santa Igia. In quest'area di grande interesse floro-faunistico vivono tantissime specie di uccelli, alcuni di essi rarissimi hanno fatto della laguna il loro habitat naturale e il luogo prediletto per la riproduzione. Lungo il percorso si trovano alcune postazioni dove gli amanti del birdwatching possono ammirare circa 70 tipi di uccelli ed esplorare l'area senza disturbarli». (www.cagliariturismo.it)
Ho capito ancora una volta che devi cambiare il punto di vista per umanizzare i dati raccolti, e non aver paura di guardare ciò che ti trovi davanti.
Il ritratto poi l’ho fatto e gliel’ho portato; l’intervento è riuscito.